una divisa per nino

Una divisa per Nino: due chiacchiere con Francesca La Mantia sulla memoria negata, antifascismo e libertà.

Francesca La Mantia è una giovane palermitana, scrittrice, sceneggiatrice, regista, docente di latino e italiano. Fa anche parte del direttivo provinciale dell’ANPI di Palermo, dove è stata scelta all’unanimità come membro più giovane della commissione. In occasione della Giornata della memoria, 27 gennaio 2021, abbiamo scelto di fare due chiacchiere con lei sulla sua ultima opera letteraria: “Una divisa per nino”, editore: Gribaudo.

Un bambino, Nino, in pieno Fascismo e durante la guerra di Etiopia (1936) cerca di diventare un bravo figlio della lupa per conquistare una sua compagnetta di scuola. Ma il suo fare un po’ goffo, l’amicizia con il suo vicino di casa, l’antifascista Ruggerini, e con il figlio di questi, Gabriele, il ritorno dalla guerra del fratello maggiore di lui, provocheranno in Nino un radicale cambiamento e un rifiuto totale del regime e della violenza.

Un viaggio intenso e toccante verso la consapevolezza e la scelta: da una divisa che non viene indossata per caso a una divisa che Nino sceglierà di non indossare. La storia vista attraverso gli occhi di bambini protagonisti dei periodi raccontati. Nino esiste e non è solo, ma sono tanti bambini che l’autrice ha intervistato e di cui ha raccolto le esperienze nel suo film, La Memoria che resta.

Il libro contiene anche 2 appendici “Date e fatti storici” e “Il Fascismo e la scuola”. Per raccontare un periodo difficile come quello del Fascismo e della guerra in Etiopia ai bambini, da un punto di vista comprensibile, perché la dimensione della scuola la vivono in prima persona.

Il suo libro è stato definito un racconto potente e necessario per riflettere insieme ai giovani su una pagina fondamentale della nostra storia.
E se è vero che, come Nino impara nel corso del racconto, “quando le cose non vanno bene si deve provare a cambiarle”, oggi più che mai dobbiamo fermarci a riflettere sul ruolo della scuola nella nostra società.
Mussolini si prendeva massima cura dei giovani Balilla, erano il fiore all’occhiello del suo odioso regime, e lo faceva perché aveva compreso la potenza del pensiero di un bambino, che educato fin da piccolo alla sottomissione ed alla guerra, sarebbe diventato il soldato perfetto.

Abbiamo bisogno di soldati anche oggi, soldati senza divisa, con gli occhi pieni di sogni, educati all’antifascismo fin da piccoli, all’amore per il prossimo, alla solidarietà. Abbiamo bisogno di uno stato che comprenda che l’istruzione è il bene primario per tutti noi, perché solo la conoscenza salva dalle barbarie, solo l’informazione rende liberi.

Francesca La Mantia, usa la sua fotocamera e la sua penna per uno scopo ben preciso: restituire alla sua nostra la memoria che le è stata tolta.
E così parlando del ruolo della scuola ieri ed oggi, della libertà di pensiero ed espressione arriviamo a toccare con lei temi delicatissimi come la connivenza tra fascisti e mafiosi in Sicilia, la memoria negata dei partigiani siciliani.

Le abbiamo chiesto come spiegherebbe Nino, se fosse un giovane italiano oggi, la giornata della memoria ai suoi compagni di classe e Francesca ci ha risposto che direbbe loro che il 27 gennaio di ogni anno dovrebbe ricordare a noi stessi quanto siamo fortunati di pensare liberamente, anche se esprimiamo a volte idee terribili, le possiamo esprimere solamente perché c’è qualcuno, magari contrario alle nostre idee, che ha lottato per questo.

Potete vedere l’intervista completa sul canale Youtube di Giosef Italy o sulla IGTV del nostro profilo Instagram.

Una divisa per Nino è acquistabile on-line e in store in tutta Italia su Feltrinelli.it, Libraccio.it, Amazon.it, Libreriauniversitaria.it, Unilibro.it, Mondadori.it