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Susanna Pescetti: la “bacchetta rosa” giramondo che esporta il made in Italy a suon di musica.

Ciao Susanna, presentati ai followers di Giosef Italy, raccontaci brevemente chi sei, la tua storia ed i tuoi traguardi.

Susanna Pescetti, siciliana, figlia d’Arte. Ho studiato al  Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli pianoforte e composizione con i maestri Pennella, Vitale e Mazzotta.
La Scuola prestigiosa del Maestro Donato Renzetti mi ha dato le basi per formarmi, permettendomi successivamente di seguire in modo autonomo il mio istinto e la mia sensibilità di donna oltre che di musicista.

Ho amato ed amo la Musica, da vivere in prima persona e da far vivere agli altri, soprattutto  a coloro che non possono frequentare i Teatri e la Sale da Concerto.

A vent’anni ho diretto il mio primo concerto nella chiesa di S. Pietro a Majella con il “Gloria” di Vivaldi. Con la “mia” Orchestra  ‘I Solisti di Napoli’ ho dato vita ad intense stagioni al Teatro Mediterraneo di Napoli, ospitando artisti eccelsi tra cui il pianista Aldo Ciccolini e tanti altri.
La scelta di portare la Musica fuori dai Teatri per viverla in ogni ambito, mi ha visto impegnata con il Maestro Filippo Zigante ed il Dott. Franco Iacono nelle periferie di Napoli, nelle carceri, a cominciare da quelle minorili, a Forcella, dove abbiamo ricordato Annalisa Durante, giovanissima vittima della camorra.
L’opera di divulgazione della Musica al di fuori dai teatri è per me una vera e propria misson, che non mi ha però impedito di portare la grande Musica del 700 napoletano sulle più importanti scene internazionali.

Ho potuto così vivere esperienze indimenticabili in alcune delle “capitali” della Musica a cominciare da San Pietroburgo, per proseguire a Praga, Tokio e Oslo. Grande è stata l’emozione quando nel Duomo di Strasburgo ho eseguito lo Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi, davvero indimenticabile. Ho vissuto momenti  di grande arte con Giorgio Albertazzi in concerto. Ho anche “recitato”, con il mitico tenore, Giuseppe Di Stefano, presente in sala al teatro Politeama di Napoli, senza dimenticare la vedova del grande compositore inglese William Walton, Susanna, nel fantastico parco della sua residenza a Forio d’Ischia.

Ci sono stati anche incontri con la Musica contemporanea come, ad esempio, la Cantata Drammatica “Oratorio di speranza” composta dal Maestro Filippo Zigante, con le voci recitanti di Lina Sastri e Nello Mascia. Ricordo indelebile rimane senz’altro l’esecuzione di quella che è considerata la “prima” opera di Pietro Mascagni: “In Filanda”. Sempre sulle ali della musica, ho compiuto viaggi straordinari in Argentina, Brasile, Messico, Portogallo, Grecia, Turchia, Cina. Un ricordo particolarmente prezioso è il concerto diretto nella mitica Carnegie Hall a New York. Ed ancora le tre stagioni liriche nella splendida cornice di Villa Favorita e di Villa Campolieto ad Ercolano, con la direzione di “Elisir D’Amore”, “Madama Butterfly” e del “Matrimonio Inaspettato” di Giovanni Paisiello. Naturalmente il mio percorso non si ferma né si limita agli eventi elencati.
Non mi fermo nella mia “missione” di eseguire Musica e di contribuire a donare Bellezza,. Non mi fa differenza se dirigo un Orchestra o una Banda, tradizione antica del Mezzogiorno d’Italia, come stigmatizzò Pietro Mascagni»

susanna pescetti maestro d'orchestra

Come stai vivendo questo periodo di pandemia? In che modo ha influito sul tuo lavoro e sui tuoi  progetti?

Certamente “in prigionia”, ma proiettata al dopo Covid. Sono sicura che con l’accelerazione delle vaccinazioni ne usciremo. Ed io sarò…pronta per nuovi traguardi. Lo studio, l’ascolto, la curiosità che non si esauriscono mi aiutano ad avere fiducia nel futuro, non solo quello personale.
Sono convinta che la Musica, l’Arte, la Cultura aiuteranno le persone ad uscire migliori da questa dolorosa esperienza.
Sono una musicista ed ho trasformato questo periodo di prigionia in “prigionia forzatamente dorata” : ho intensificato il mio studio riprendendo alcuni progetti di lavoro lasciati sempre in sospeso per contingenze più immediate. Come Dedalo, volando sulle ali dello studio mirato, sono uscita dal labirinto nel quale ancora ci troviamo. Mi aiuta molto l’impegno costante come docente di pianoforte principale, uno strumento che ho approfondito nel tempo, grazie anche ai miei illustri maestri di scuola napoletana, fino a giungere ad una maturazione tale da poterne tramandarne i principi ai miei studenti del Conservatorio di Verona.

Sono ancora pochissime le bacchette rosa nel mondo della musica italiana. Come mai esiste (o è esistono finora) questo pregiudizio? Cosa credi si possa fare per sconfiggere questi stereotipi?

Il “pregiudizio” non esiste, purtroppo, solo verso la “bacchetta” rosa, ma verso tutto l’universo femminile e tutto l’universo “Donna”. Ciò nonostante non bisogna scoraggiarsi, ma insistere nel cogliere tutte le occasioni, non solo per dirigere un’orchestra, ma per dimostrare qualità, impegno, capacità di studio e di sacrificio. Alla discriminazione bisogna opporre la determinazione per acquisire nuovi spazi, in tutti i campi, senza cedere a ricatti e violenze. Sono certa che questo è il modo di progredire energicamente verso la piena consapevolezza dei propri mezzi espressivi, tecnici ed interpretativi.

La tua collega Beatrice Venezi ha detto sul palco dell’Ariston che preferisce essere definitiva “direttore” d’orchestra e non “direttrice”. Che idea ti sei fatta su questa diatriba? Non credi che sia giusto pensare ad un linguaggio più inclusivo ed usare il femminile se, come in questo caso, è contemplato dalla lingua italiana?

Quella innescata da Beatrice Venenzi al Festival di Sanremo mi pare una querelle strumentale. Polemica, costruita ad arte in questo caso, che distoglie dagli obiettivi artistici, se se ne hanno. A prescindere dal genere, la musica è Una; altra cosa è la condizione generale della donna. Ci sono ovviamente ambiti specifici nei quali è utile definire il termine linguisticamente più appropriato ma, per quanto mi riguarda, senza avere mai il bisogno di dare alcuna indicazione, gli orchestrali mi hanno sempre chiamata “Maestro”.
E, per la mia attività, mi sembra l’appellativo più appropriato.

Quali sono i tuoi sogni ed i tuoi progetti per il prossimo futuro?

I miei sogni: dirigere, dirigere, dirigere! Fare Musica, trasmettere Emozioni e Bellezza. Arricchire ed arricchirmi raccogliendo nuove sfide, così come ho sempre fatto, esplorando, ad esempio, ancora il ricchissimo patrimonio della Musica italiana. Ora sarò felice di dirigere, quando sarà possibile, uno dei concerti celebrativi del centenario della morte di Enrico Caruso, che concluse troppo giovane il suo percorso di vita a Napoli il 2 Agosto del 1921. Il tenore sarà Gianluca Terranova che interpretò Enrico Caruso nella fiction televisiva trasmessa qualche anno fa su Rai1. Sogni e progetti vanno di pari passo ed hanno un denominatore comune: sfidare se stessi per continuare a crescere, a emozionarsi, a vivere.

Se potessi per un solo momento tornare indietro nel tempo e incontrare la Susanna bambina, cosa le diresti?

Essere felici è un dovere, e se sei felice nella Musica, suona per tutta una vita….e per tutte le vite.

Desidero infine ringraziare per l’attenzione che dimostrate nei confronti della Musica nel coinvolgermi in questa bella e proficua chiacchierata tra Amici. Avverto particolarmente il piacere di rivolgermi ai giovani, sempre pronti a cogliere i momenti di vita veramente importanti … e l’Arte della Musica è sicuramente ai primi posti nella formazione culturale . 
Grazie ancora, un saluto carissimo, anzi proprio un abbraccio.

L’intervista a Susanna Pescetti appartiene alla serie Giosef Pink March. Marzo infatti a Giosef Italy si tingerà di toni “Pink”: un mese interamente dedicato alle donne, alle storie di donne coraggiose che con il loro impegno e la loro determinazione fanno ogni giorno la differenza in questa società.