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Mafie & Social Media: intervista a Davide Bennato con VIDEO

Per il ciclo “Mafie & Social Media” abbiamo intervistato il Professore Davide Bennato che è professore all’Università di Catania (DISUM Dipartimento di Scienze Umanistiche) dove insegna Sociologia dei processi culturali e comunicativi, Sociologia dei media digitali e dall’Anno Accademico 2020-21 Sociologia digitale.
Il suo ambito di ricerca è relativo allo studio dei comportamenti di consumo dei media digitali, delle forme di relazione sociale in internet e dei comportamenti collettivi tecnologicamente mediati.

Gli abbiamo chiesto in che modo questo tipo di approccio può aiutarci a comprendere i nuovi comportamenti mafiosi e quali elementi di studio può fornire questa tecnologia sull’utilizzo dei social media da parte dei criminali online.

MAFIE & SOCIAL MEDIA: Intervista completa al Prof. Davide Bennato

Il Prof. Davide Bennato ci ha spiegato che il suo metodo di ricerca può fornire un punto di vista nuovo sia sull’analisi dei processi sociali mafiosi, sia sulle metodologie utilizzate per combatterlo. Avanzati strumenti, come la social network analysis, possono aiutare gli inquirenti nelle indagini e svelare nuove piazze virtuali di incontri tra boss.

Abbiamo altresì avviato una riflessione sugli influencer criminali. Chi c’è dietro i social media delle mafie, l’ultimo anello della catena di potere, la voce fuori dal coro che agisce in autonomia o invece ci sono i decisori?
I boss che decidono come agire sono consapevoli dell’uso che i giovani affiliati fanno di questi strumenti e si è sì, sono d’accordo con queste pratiche?

Dagli studi del Prof. Davide Bennato si evince come tutto dipenda dalla natura dell’organizzazione criminale  e dalla struttura intrinseca delle mafie. Le mafie, infatti, si distinguono le une dalle altre per organizzazione, divisione degli oneri ed equilibri di potere.
Se la ndrangheta può considerarsi una vera e propria rete, un network tra clan, la mafia siciliana invece ha una struttura piramidale più gerarchica ed organizzata.
Nel caso della ndrangheta dunque sicuramente mantenersi in contatto con i “followers” è un vantaggio più concreto che per i mafiosi siciliani e questo palesa come le nuove tecnologie non siano altro che l’espressione di una logica culturale ed organizzativa del fenomeno mafioso a cui fanno riferimento. 

L’altro aspetto da prendere in considerazione per un’analisi esaustiva del fenomeno pare essere quello dei flussi economici che sostentano oggi le mafie. La mafia più legata alle nuove fonti di guadagno, come centri scommesse, truffe informatiche, sicuramente è ben consapevole delle opportunità e dei rischi nell’uso di questi strumenti.
Le mafie invece dei flussi economici tradizionali, come la droga, la prostituzione, hanno  molta più difficoltà a capire la complessità di tali strumenti ma apprezzano comunque il fatto di essere visibili sulle piattaforme digitali. Sebbene proprio in questi mercati non sia da sottovalutare l’uso di piattaforme che utilizzano la crittografia end-to-end, come Telegram, che offrono spazi di libertà nelle comunicazioni anche ai delinquenti di piccolo calibro come spacciatori o usurai.
Si può dire quindi che guardare le mafie attraverso la lente dei social media ci disegna un quadro del fenomeno pieno di ombre, non uniforme, variegato e per questo più complesso. 

Esistono già case studies sull’argomento  basati su questo metodo? Quali sono e quali risultati hanno prodotto? Se non esistono, di  quali strumenti bisognerebbe dotarsi per procedere ad uno studio del genere? Quale sarebbe il metodo da seguire?

Il Prof. Davide Bennato ci ha parlato di un’interessante applicazione della tecnica della social network analysis per la creazione di reti territoriali che utilizzano le informazioni dei media digitali per ricostruire le reti di potere all’interno degli enclave mafiosi. 
Ci ha illustrato inoltre come utilizzare indicatori indiretti, come  alcuni studi effettuati sul fenomeno neomelodico, la cui industria musicale è molto spesso, anche se non sempre, contigua a quella criminale, possa fornire altri interessanti strumenti di analisi.
L’insistenza in forme diverse delle mafie online insomma può fornirci dei nuovi ed avanguardisti strumenti per mappare quali sono oggi le reti di potere su cui si basano.

Altro argomento della nostra intervista ha preso spunto dall’iniziativa “Mappa dell’Intolleranza” un progetto ideato da Vox – Osservatorio Italiano sui diritti, in collaborazione con l’Università Statale di Milano, l’Università di Bari, La Sapienza di Roma e il Dipartimento di sociologia dell’Università Cattolica di Milano. Il progetto utilizzava degli strumenti computazionali per analizzare delle keyword specifiche per disegnare una mappa dell’odio online nel territorio italiano.
Il Prof. Bennato ci ha spiegato in cosa consiste una simile ricerca ed in che modo si potrebbe adattare questo tipo di analisi al fenomeno mafioso per tentare di ricreare una mappa della mafiosità online, che possa essere uno strumento utile per associazioni del terzo settore come Giosef Italy ma anche per gli inquirenti.

Da quanto ci ha spiegato il Prof. Bennato in questa intervista gli strumenti che potrebbero attivarsi per creare nuove frontiere di contrasto e contro narrazione al fenomeno mafioso sono moltissimi. Abbiamo la possibilità di sfruttare le “ingenuità” nell’uso di questi strumenti di una grossa fetta della comunità mafiosa per entrare nella rete e iniziare a sfilarla piano piano. 

Per questo auspichiamo che questa nostra ricerca sia solo l’inizio di una conversazione più strutturata, dove scienziati dei dati come il Prof. Davide Bennato ed esponenti di magistratura e forze dell’ordine possano sedersi allo stesso tavolo per capire insieme come utilizzare le rispettive informazioni per ricavarne di nuove e puntuali. 

Le mafie si evolvono costantemente, insieme alla nostra società, ma delle volte lo fanno senza troppa consapevolezza, lasciandosi alla spalle delle briciole, dei cookies, il nostro compito è raccoglierli studiarli e seguirli fino alla fonte del problema, per provare, insieme a sconfiggerlo per sempre. 

Nelle prossime settimane pubblicheremo tutti i contenuti prodotti sul nostro blog e sui canali social: Facebook ed Instagram.
Le video interviste complete saranno consultabili sul canale Youtube di Giosef italy.