La conferenza si è tenuta lo scorso 11 marzo 2022 alle ore 15:00 presso lo Spazio Europa, in via Quattro Novembre a Roma.
DiaLOG IN Youth Work è un progetto di dialogo giovanile nazionale finanziato da ANG nell’ambito del programma Erasmus Plus; ha come obiettivo quello di supportare il processo di riconoscimento dello Youth Work, dello Youth Worker e dell’educazione non formale in Italia coerentemente al quadro normativo europeo.
Il progetto si è sviluppato attraverso i dialoghi territoriali che ogni associazione coinvolta ha svolto nella propria regione, in vista del dialogo nazionale finale tenutosi l’11 marzo 2022 a Roma, presso lo Spazio Europa.
Durante l’evento finale sono state presentate le raccomandazioni nazionali sviluppate attraverso i dialoghi regionali che si sono svolti in Calabria, Campania, Lazio, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana in seguito agli incontri locali ad alcuni decisori politici. Due giovani, Federica Vendrame e Matteo Di Franca, hanno fatto da portavoce e hanno raccontato le loro necessità in quanto giovani e futuri Youth Worker; hanno parlato al Consigliere Marco De Giorgi, capo del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale, Rui Gomes, Capo della Divisione Istruzione e Formazione, Dipartimento della Gioventù del Consiglio d’Europa, Lucia Abbinante, Direttrice Generale dell’Agenzia Nazionale Giovani e Francesco Marchionni, Consigliere di Presidenza del Consiglio Nazionale dei Giovani e la Dottoressa Marialuisa Silvestrini, Presidenza del Consiglio dei Ministri.
A supportare la richiesta di riconoscimento erano presenti anche Miguel Belletti, presidente di NINFEA – Associazione Nazionale per l’Educazione Informale e Non Formale, Panagiotis Chatzimichail, Membro del Consiglio European Youth Forum, Paul Kloosterman, con esperienza internazionale nello Youth Work da quarant’anni, Federica Battafarano, Assessora alle Politiche Culturali e Sportive del Comune di Cerveteri, e Rita Bergstein – TCA/NET/TEC Coordinator Educational Management JUGEND für Europa.
Federica Vendrame: introduce e ringrazia i giovani e le associazioni che hanno permesso questa giornata. Inizia elencando gli obiettivi chiave del progetto e la scelta di usare come traccia per i dialoghi la dichiarazione di Bonn del 3° convegno europeo sullo Youth Work. Parla della necessità di riconoscere la figura dello youth worker e le competenze acquisite nei percorsi di educazione non formale e mobilità per l’apprendimento. Sottolinea la necessità di avere fondi stabili che garantiscano la qualità e la sostenibilità delle attività sui territori.
Matteo Di Franca: assicurare qualità. Cosa deve accadere per creare una comunità che si basa su questi valori: favorire la professionalizzazione, formazione specifica, piano ottimizzato. Dialogo organizzato tra le organizzazioni diventa un must have per una comunità che favorisca le iniziative e abbiano impatto. È da riformare la considerazione che si ha dei giovani, che non è un target ma individui che vivono uno spazio. Noi giovani dei giovani che ne vogliamo sapere?
E’ possibile consultare la sintesi delle raccomandazioni territoriali
presentate da Federica e Matteo cliccando qui:
Rui Gomes: si congratula per le raccomandazioni. È importante capire che non c’è youth work senza youth workers. Non esiste solo per i benefici dei giovani ma di tutta la società. Il riconoscimento del supporto ai giovani è fondamentale per tutta la società. C’è un problema, cioè considerare troppa attenzione all’inclusione sociale e guardiamo poco alla società. Spera e conta di supportare questo processo per tutti i giovani europei. È curiosa di vedere i prossimi step di questo processo. Supportare lo sviluppo dello youth work in italia.
Marco De Giorgi: apprezza il protagonismo dei giovani, che si occupano di youth work. Crede nella progettazione di cui si devono occupare in primis i giovani. Oggi, i giovani pagano gli effetti delle scelte prese da altri. Vogliamo superare le barriere dell’educazione formale, incrementando gli strumenti di educazione non formale, incrementando anche per esempio il servizio civile universale, che può essere uno strumento che porta a una certificazione delle competenze. Se non lo facciamo potremmo perdere grossi capitali umani. Hanno già preso in carico alcune delle raccomandazioni proposte, come la creazione di spazi giovani, luoghi di orientamento al lavoro, alle competenze, alla formazione. Sul riconoscimento: il problema è il 117 e delle competenze regionali. Alcune regioni non hanno una legislazione sui giovani. Il 16 marzo ci sarà un tavolo della ministra delle politiche giovanili con le regioni in cui si porterà questo pacchetto di raccomandazioni.
Lucia Abbinante: la nostra situazione regionale è frammentata. A livello locale c’è tanta esperienza e competenza relativa allo youth work. Questi dialogo è un modello interessante e vi invito a presentare le raccomandazioni al tavolo dell’agenzia nazionale. Fondamentale per gli esiti di questo processo. Agenzia nazionale per i giovani hanno organizzato gli youth days, occasioni per mettere insieme i bisogni su questo tema. Gli youth days potranno essere co-progettati. Inclusione, green e digital sono i temi cardine dello youth work ma anche dell’agenda Erasmus 2030.
Miguel Belletti: NINFEA nasce a Napoli, associazione professionale riconosciuta. Dobbiamo autoriconoscerci. Abbiamo bisogno di dire che esistono youth work professionisti. Il riconoscimento deve essere formale, sociale, economica e professionale. È necessario da ora avere una legge nazionale che riconosca lo youth work. Il nostro lavoro ha un valore enorme e dobbiamo avere bene in mente questo. Imparare a valutare l’impatto sociale che abbiamo e diffonderlo. Abbiamo bisogno di finanziamenti stabili. Viviamo di progetti che però per natura nasce e muore, ma i giovani hanno bisogno di continuità. Un aiuto ai giovani è riconoscere gli youth worker.
Paul Kloosterman: i giovani promuovono realtà diverse tra loro. Si ispirano a vicenda. Questo progetto ispira e tante idee sviluppano. Youth work è importante e ancora. A volte in questo periodo pensi “perché continuo con la situazione che viviamo oggi?” ed è proprio in quel momento che devi continuare, per costruire un mondo migliore.
Francesco Marchionni: in Consiglio Nazionale Giovani stiamo portando avanti un’indagine sul benessere dei giovani. Mancano spesso gli spazi e un progetto di vita, che consenta ai giovani di crearsi una vita, dove alcuni strumenti possono aiutare ad affrontare alcune situazioni (bonus psicologo). Dopo due anni di pandemia, i giovani vivono la paura di una guerra mondiale. I giovani di domani non devono essere giovani senza i valori che abbiamo adesso, che riteniamo a volte scontati e ci dobbiamo battere perché questo venga strutturato. È importante fare rete, anche quando parliamo di leggi, soprattutto per i giovani e farli sentire partecipi di questi processi.
Panagiotis Chatzimichail: ho deciso di essere qua da ieri per godermi il processo con tutti i giovani presenti. Youth work che diventa sempre più difficile in termine di conflitti, il problema che abbiamo in europa è che sapevamo ciò che stava per succedere in Ucraina, ma viviamo in una bolla. Youth work è una chiave per risolvere i conflitti. È importante rompere lo stereotipo sul fatto che siamo fortunati nel poter ascoltare. Abbiamo l’opportunità di partecipare. È vitale riconoscere lo youth work. Youth work riunisce persone con background diversi. Voglio anche dire che gli stakeholder nazionali non devono solo prendere ciò che abbiamo fatto ma dirci come fare le cose. Non può essere ignorato perché esiste l’educazione non formale.
Federica Battafarano: sempre di più in tutta Italia i comuni faticano a trovare giovani che vogliono partecipare alla vita politica. In questi anni non abbiamo facilitato i giovani alla politica, ma ANCI appoggia il riconoscimento dello Youth Work che ci avvicina. Abbiamo tante sfide davanti ma dobbiamo ripartire dal protagonismo giovanile. Il dialogo si coltiva con la partecipazione e i suoi strumenti. Riportiamo l’attenzione sui giovani.
Maria Luisa Silvestrini: “La prima volta che ho sentito parlare di Youth Work è stato nel 2017 e ho contribuito a scrivere la Raccomandazione CM/Rec(2017)4 del Comitato dei Ministri agli Stati membri sull’animazione socioeducativa (youth work). Negli ultimi anni ci sono stati passi avanti. Non possiamo fare a meno dell’altro per costruire per i giovani. Far avanzare la figura dello youth worker speriamo succeda presto, anche grazie agli enti locali ed europei. Tanti strumenti che ci permettono di costruire tante cose.”
Questo progetto è stato finanziato con il sostegno dalla Commissione Europea. Questo materiale riflette solo le opinioni dell’autore e la Commissione non è responsabile per qualsiasi utilizzo delle informazioni ivi contenute.