Augusto di Meo è il testimone oculare dell’assassinio di Don Peppe Diana, brutalmente freddato in chiesa a Casal di Principe il 19 marzo 1994 per avere difeso, con le sue opere e le sue parole il suo popolo.
Augusto è un fotografo, un artista ma prima di tutto un cittadino. Un uomo come tanti a prima vista ma che in realtà ha avuto il merito di segnare la fine di un’epoca per il suo territorio.
Augusto ha compiuto infatti un gesto che sembrerebbe naturalissimo: ha denunciato chi aveva ucciso il suo amico Peppino davanti ai suoi occhi. Questo gesto naturalissimo per chi abitava a Casal di Principe nel 1994 e sapeva che Peppino era Don Peppe Diana sembrò però una follia, un suicidio.
Ma Augusto sapeva e sa ancora oggi che quella per lui era l’unica strada percorribile, perché era la via che lui e Don Peppe avevano scelto, perché era così che si combatteva il terrore della criminalità organizzata, con i legami umani, facendo comunità e utilizzando i mezzi e gli uomini dello stato, chiamandoli ad assumersi le loro responsabilità. Sono gesti eroici solo se dimentichiamo cosa dovrebbe essere “normale”, per questo la resistenza si compie ogni giorno, con ogni piccolo gesto, scegliendo da che parte stare.
Con enorme gratitudine abbiamo dunque raccolto la testimonianza di Augusto grazie al lavoro dei volontari ESC di Apice – Agenzia di Promozione Integrata per i cittadini in Europa che vivono da mesi presso il nostro bene confiscato a Casapesenna, il piccolo ostello per giovani europei ed europee Il Paguro . Siamo felici di poterlo condividere, affinché il suo gesto e le sue parole vengano ricordate e continuino a fare da esempio.
Ringraziamo inoltre Roberto Fusciello di Altromodo Società Cooperativa Sociale, per averci presentato Augusto e averci regalato la possibilità di intervistarlo.